Il 9 marzo 2020 siamo stati inseriti in un laboratorio sociale fantastico quanto terribile. Nel giro di pochi giorni (a volte è bastata una sola notte) abbiamo dovuto modificare le nostre abitudini di vita e il modo di lavorare: digitalizzazione delle attività, smart working (o lavoro da remoto nella maggior parte dei casi), una nuova organizzazione del lavoro e della leadership. La formazione a distanza è diventata, gioco-forza, l’unica modalità possibile. Più di due anni dopo il tentativo di molte aziende è ritornare alla “normalità” ma niente è più lo stesso. La flessibilità del lavoro è divenuta un’esigenza imprescindibile, l’esperienza di una modalità ibrida del lavoro l’odierna “normalità”.
E la formazione? L’e-learning, che veniva utilizzato quasi esclusivamente per i corsi di compliance, viene oggi utilizzato in modo molto più maturo. Le aule fisiche sono condotte in modalità ibrida con alcune persone presenti in aula e altre collegate da remoto, introducendo difficoltà nuove per chi conduce. Il risultato del laboratorio sociale relativo alla formazione è una profonda trasformazione delle modalità e degli obiettivi. Non si tratta di discutere se sia meglio l’aula fisica o l’e-learning (dando per scontato che è la qualità con cui si realizzano gli interventi a fare la differenza), ma di creare un mix di oggetti di apprendimento che possano essere utilizzati per creare il cambiamento: perché formazione è cambiamento!
Progettare la formazione oggi significa progettare il cambiamento utilizzando tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione, creando dei cluster di oggetti che stimolino l’apprendimento, in quanto è sempre bene ricordare che non si apprende se non intenzionalmente. La modalità blended della formazione, nella quale si utilizzano i diversi momenti e strumenti formativi, è certamente quella che sta offrendo i maggiori risultati.
I contenuti non sono il problema né rappresentano il punto su cui concentrarsi. C’è già tutto e in abbondanza! Quello su cui bisogna lavorare è rendere questi contenuti fruibili e concretamente utili al raggiungimento dell’obiettivo: il cambiamento dei comportamenti.
Il nucleo centrale del corso conterrà quello che serve ai learner, ad esempio, mediante un’aula virtuale, che viene contornato di altre risorse di apprendimento a fruizione libera comprendenti materiali e strumenti diversi come, per citarne alcuni: forum o chat per il peer learning (qui il coach&share è fantastico) dove condividere i dubbi e le soluzioni a problemi pratici; brevi filmati (anche solo presi da YouTube); podcast; infografiche riassuntive; letture e approfondimenti; checklist di controllo delle operazioni; ecc. Non si tratta di confermare o abolire l’aula, sia questa fisica o virtuale, ma di andare oltre al completamento del corso e fare in modo che i learner continuino ad utilizzarlo nel tempo, ogni volta che serve, sapendo che sulla piattaforma possono trovare informazioni utili e aggiornate, accessibili in modo semplice e immediato.
La trasformazione è in atto e ancora enormi cambiamenti sono di fronte a noi, se siamo pronti al cambiamento, ricordandoci sempre che non si apprende se non intenzionalmente.